In questi giorni si doveva decidere
a proposito delle attività sportive
da svolgere durante l'inverno.
La mia proposta era di continuare con il basket,
ma la mia autorità in questo tipo di scelte
comincia a venir meno:
Pietro, dall'alto dei suoi undici anni e mezzo,
si è rifiutato categoricamente
(che ci posso fare... in questo mi somiglia come
una goccia d'acqua: lo sport per lo sport
per noi è un concetto assolutamente privo di senso).
Andrea preferirebbe qualcosa di diverso,
ma non sa cosa.
L'unica disposta ad accettare di buon grado
sembrerebbe Alice,
ma permettetemi di non riporre completa fiducia
in una che l'anno scorso,
una volta sì e l'altra... pure,
entrava nello spogliatoio per uscirne
dopo cinque minuti
accusando terribili mal di testa o di pancia.
Così, anche facendomi i conti in tasca,
ho pensato che finché il tempo ce lo consentirà
potremmo approfittare della campagna
che ci circonda
per organizzare, almeno un paio
di volte la settimana,
qualche passeggiata in cui unire l'attività fisica
alla fotografia e alla raccolta
di quello che la natura vorrà regalarci.
Tra l'altro di questa soluzione potrei approfittare
anch'io, senza essere costretta ad aspettare
seduta sulle gradinate di una palestra.
Così ieri pomeriggio, partendo con l'idea
di una passeggiata di mezz'ora,
abbiamo imboccato il sentiero in mezzo agli ulivi
che conduce alle rovine del Forte di Campo Albaro.
Si sale velocemente e senza difficoltà
e dopo pochi minuti di cammino il paese
sembra lontanissimo e si gode
della vista spettacolare del Monte Tregìn.
Lungo il cammino abbiamo raccolto di tutto:
funghi cresciuti in una pigna, incenso, timo,
bacche di ginepro, finocchio selvatico,
qualche piantina
di alloro e di corbezzolo da trapiantare in un vaso
e persino una canna di bambù.
La raccolta dei corbezzoli è stata molto impegnativa:
molti erano già caduti a terra, rosicchiati dagli animali,
e quelli che rimanevano sulle piante erano terribilmente in alto.
Il Forte è una costruzione
degli inizi del XV secolo e serviva principalmente
a controllare la strada che conduceva
a Varese Ligure per gli scambi commerciali.
Purtroppo è stato acquistato da privati
che lo lasciano in totale abbandono,
a parte utilizzarne il cortile interno alle mura
come frutteto.
Comunque ha tutto il fascino
delle pietre antiche
e da lì si gode di una vista incredibile di tutta la vallata
fino al mare.
Lungo la strada era quasi
una scorpacciata di bellezza:
le bacche di rosa canina, il cipresso secolare,
antiche case e giardini una volta ricchi e signorili...
... e al ritorno, ormai a pochi passi da casa,
abbiamo incontrato anche il Brucaliffo!
E ormai erano le sette di sera.